Per valorizzarne l'opera, il nostro concittadino Prof. F. Alaimo competente cultore di cose nostre, nel 1939 pubblicò un «Saggio storico-critico», in cui vengono riportate per esteso le notizie biografiche sul Salerno ed illustrati i dipinti esistenti in Gangi e nei vari centri di Sicilia. Per onorarne la memoria, i Gangitani gli hanno intitolato una via e ne custodiscono con amore il sepolcro nella Chiesa della Catena.
Giuseppe nacque in Gangi nel 1570. Ragazzo fu istradato nello studio dello zio sac. Giuseppe, il quale aveva tutta la buona intenzione di farlo prete. Ma poi, data la sua versatilità per l'arte del disegno, fu messo a bottega presso il maestro "Pitro Billo da Castrogiovanni", valente intagliatore del tempo, secondo l'Alaimo. Più tardi il giovane cominciò a maneggiare il pennello sotto la guida del pittore gangitano Gaspare Vazzano, il quale domani sarà superato nell'arte dal discepolo e lo riconoscerà a sua volta come maestro. Dal 1586 al 1593 passò a Roma, ove probabilmente frequentò lo studio del pittore Guido Reni.
Tornato in Gangi, già maturo nell'arte, sposò donna Vincenza Testa da Nicosia e quindi si trasferì a Palermo, da dove frequentemente si recava, per eseguire dei lavori, nei paesi dell'Isola. Negli ultimi anni di sua vita fece ritorno con la famiglia nel paese natio, dal quale s'allontanava spesso perché chiamato a dipingere nei vicini centri: Petralia, Polizzi, Geraci, Nicosia, quasi sempre seguito fedelmente dal Vazzano.
Morì nel 1632 in Gangi, lasciando una figliuola e due figli, i quali ultimi seguirono nell'arte del pennello le orme paterne, non raggiungendo però alcuna celebrità. La salma venne tumulata nelle catacombe della Chiesa del Carmelo e poi traslata nel 1665 nella tomba di famiglia alla Catena.
Esistono tuttora i dipinti su tela, tra cui tiene il primato «Il Giudizio Universale», completato nel 1629, nella dimensione di venti metri quadrati. Segue il quadro dei «Santi Martiri», dipinto nel 1618, oggi collocato nella chiesa di S. Cataldo. La Madonna delle Grazie e la Madonna dell' Itria sono nella Madrice. Nel Santuario dello Spirito Santo troviamo i quadretti degli Apostoli.
Lo Zoppo ebbe grande immaginazione e dipingeva con somma rapidità. Raffinatezza ed eleganza dominano sovrane nelle pitture, nelle quali la vita dello spirito domina quella dei sensi, presentando molto attenuata la drammaticità, esaltata al massimo nelle opere di Michelangelo.
Giuseppe Salerno è un'autentica gloria di Gangi e la sua opera merita di essere valorizzata ed inquadrata al suo giusto posto nella storia dell'arte.
da "Engio e Gangi" di Santo Naselli